Yes we Greens, il 21 giugno lo grideremo forte
Il 21 giugno, in occasione del solstizio d’estate, Green Italia e Verdi Europei saranno in molte piazze italiane per raccogliere le firme ad alcune petizioni da proporre al Parlamento Italiano e al premier Renzi.
Sarà anche un’occasione per incontrare e ringraziare tutti gli elettori e i simpatizzanti che alle ultime elezioni europee hanno mostrato il loro interesse per noi.
Le modalità per presentarci per strada, sulle spiagge, nelle piazze saranno diverse seguendo la fantasia, le specificità e le possibilità di ciascun gruppo locale.
Quindi non solo “gazebo” tradizionali, ma incontri, gare podistiche, premi, “arrembaggi alle spiagge” e tutto quello che contraddistingue le modalità dei Verdi. L’unica certezza è che, dopo l’assemblea congiunta del 7 giugno, il percorso per l’avvio del “restauro” della casa degli ecologisti deve partire dai territori e dai gruppi locali.
“Yes we greens” è il nome che abbiamo voluto dare alla nostra mobilitazione. Una maniera per presentare le nostre proposte e i nostri temi. In modo semplice e lineare. E per diffonderla potrete usare gli hashtag #YesWeGreens o #IoSonoVerde
Per questo, chi lo vorrà, potrà aderire ad alcune petizioni che metteremo sui tavoli delle nostre iniziative:
- Stop all’Italia dei Veleni (che si può firmare anche online) per chiedere al Parlamento Italiano che corregga il testo della legge sui crimini ambientali, in discussione in questi giorni.
- Per le Energie Rinnovabili chiedendo che il decreto “spalma incentivi” venga bloccato e che si rilancino le energie alternative
- Per evitare la svendita delle spiagge italiane e a favore del libero accesso al mare
- Per la messa in sicurezza del territorio contro il dissesto idrogeologico
Sarà anche un’occasione per incontrare e ringraziare tutti gli elettori e i simpatizzanti che alle ultime elezioni europee hanno mostrato il loro interesse per noi.
Le modalità per presentarci per strada, sulle spiagge, nelle piazze saranno diverse seguendo la fantasia, le specificità e le possibilità di ciascun gruppo locale.
Quindi non solo “gazebo” tradizionali, ma incontri, gare podistiche, premi, “arrembaggi alle spiagge” e tutto quello che contraddistingue le modalità dei Verdi. L’unica certezza è che, dopo l’assemblea congiunta del 7 giugno, il percorso per l’avvio del “restauro” della casa degli ecologisti deve partire dai territori e dai gruppi locali.
“Yes we greens” è il nome che abbiamo voluto dare alla nostra mobilitazione. Una maniera per presentare le nostre proposte e i nostri temi. In modo semplice e lineare. E per diffonderla potrete usare gli hashtag #YesWeGreens o #IoSonoVerde
Per questo, chi lo vorrà, potrà aderire ad alcune petizioni che metteremo sui tavoli delle nostre iniziative:
- Stop all’Italia dei Veleni (che si può firmare anche online) per chiedere al Parlamento Italiano che corregga il testo della legge sui crimini ambientali, in discussione in questi giorni.
- Per le Energie Rinnovabili chiedendo che il decreto “spalma incentivi” venga bloccato e che si rilancino le energie alternative
- Per evitare la svendita delle spiagge italiane e a favore del libero accesso al mare
- Per la messa in sicurezza del territorio contro il dissesto idrogeologico
Il re è nudo, bisogna cercare un nuovo sarto
Un nuova ricerca di Greenpeace ha rilevato una vasta gamma di sostanze chimiche pericolose in capi di abbigliamento e calzature per bambini prodotti da otto marchi dell’Alta moda. Sedici dei 27 prodotti (59%) sono risultati positivi a una o più di queste sostanze chimiche pericolose. Inoltre, sette dei prodotti contaminati sono stati etichettati “Made in Italy”. Questi dati sono particolarmente allarmanti in quanto rilevati da prodotti per bambini; presentano tuttavia l'opportunità di trasformare il comparto della moda in un'eccellenza anche dal punto di vista ambientale. Ciò avrebbe ricadute positive sia dal punto di vista ambientale e della salute che occupazionale e di ricerca scientifica (basti pensare alle potenzialità di sviluppo che avrebbe il corso d'ingegneria tessile all'università di Bergamo).
per maggiori informazioni si rimanda al sito dedicato di Greenpeace.
per maggiori informazioni si rimanda al sito dedicato di Greenpeace.
TIRRENO POWER: BONELLI, CHIEDIAMO COMMISSIONE INCHIESTA SU CENTRALI A CARBONE ITALIANE
"Dopo il sequestro della Centrale Tirreno Power di Vado Ligure è necessario che venga istituita una commissione d'inchiesta su tutte le centrali a carbone italiane per valutare il livello di emissione e gli eventuali danni che provocano all'ambiente e alla salute". Lo dichiara il co-portavoce dei Verdi Angelo Bonelli che aggiunge: “Oltre a Vado Ligure da Brindisi a Civitavecchia è necessario che si faccia piena chiarezza sulle conseguenze del carbone che è una fonte energetica inquinante e che affonda le proprie radici nell’industrialismo dell’800".
"Secondo i dati diffusi da Greenpeace i danni associati alle emissioni delle centrali a carbone sono prossimi ai 2,4 miliardi di euro - continua il leader ecologista -. Si tratta di costi economici, sociali, ambientali e sanitari legati a politiche energetiche vecchie che vanno superate perché costose e dannose: l'esatto contrario di quanto ha fatto la Strategia Energetica elaborata dal governo Monti che incatena l'Italia al secolo scorso e che ha affossato le fonti energetiche del futuro che sono le rinnovabili".
"Per l'Italia è necessario un piano energetico innovativo e coraggioso che si ponga l'obiettivo del 100% di rinnovabili nel 2050. Non si tratta di un'utopia ma dell'avvio di una vera e propria rivoluzione industriale basata sulle rinnovabili e sull'efficienza energetica - conclude Bonelli -. Le centrali a carbone, oggi, sono scarsamente monitorate e i luoghi in cui sono situate sono fra i più inquinati d'Italia. Fanno parte di quelle aree fortemente inquinate dove vivono 6 milioni di italiani a cui bisogna restituire - subito - il diritto alla vita, alla salute e al lavoro pulito”
"Secondo i dati diffusi da Greenpeace i danni associati alle emissioni delle centrali a carbone sono prossimi ai 2,4 miliardi di euro - continua il leader ecologista -. Si tratta di costi economici, sociali, ambientali e sanitari legati a politiche energetiche vecchie che vanno superate perché costose e dannose: l'esatto contrario di quanto ha fatto la Strategia Energetica elaborata dal governo Monti che incatena l'Italia al secolo scorso e che ha affossato le fonti energetiche del futuro che sono le rinnovabili".
"Per l'Italia è necessario un piano energetico innovativo e coraggioso che si ponga l'obiettivo del 100% di rinnovabili nel 2050. Non si tratta di un'utopia ma dell'avvio di una vera e propria rivoluzione industriale basata sulle rinnovabili e sull'efficienza energetica - conclude Bonelli -. Le centrali a carbone, oggi, sono scarsamente monitorate e i luoghi in cui sono situate sono fra i più inquinati d'Italia. Fanno parte di quelle aree fortemente inquinate dove vivono 6 milioni di italiani a cui bisogna restituire - subito - il diritto alla vita, alla salute e al lavoro pulito”
TARANTO: quando la difesa dell'ambiente e della salute dà fastidio
Dopo anni d'impegno a difesa dell'ambiente e della salute sia dei cittadini che degli operai e delle loro famiglie, con il rinvio a giudizio dei principali indagati dell'inchiesta "Ambiente svenduto", a Taranto è successo un fatto di una gravità rara. Le battaglie della Federazione dei Verdi, con l'impegno di prima persona del co-portavoce come candidato sindaco, hanno indispettito qualcuno al punto da minacciare di morte il co-portavoce Angelo Bonelli. E' stata infatti recapitata una lettera con minatoria e un coltello al co-portavoce e consigliere comunale a Taranto.
Se verranno confermate le accuse formulate, il caso tarantino avrà svelato un enorme intreccio tra politica e imprenditoria al fine del reciproco profitto realizzato a scapito della salute della popolazione.
Rimarchiamo la nostra più profonda indignazione per un atto così vile, la nostra vicinanza ad Angelo Bonelli e il sostegno alla sua azione politica per Taranto e per l'Italia che soffre i danni dell'inquinamento.
Se verranno confermate le accuse formulate, il caso tarantino avrà svelato un enorme intreccio tra politica e imprenditoria al fine del reciproco profitto realizzato a scapito della salute della popolazione.
Rimarchiamo la nostra più profonda indignazione per un atto così vile, la nostra vicinanza ad Angelo Bonelli e il sostegno alla sua azione politica per Taranto e per l'Italia che soffre i danni dell'inquinamento.