Il Secco, il Froll ed il piromane
In questi primi mesi del 2014 si levano pennacchi di fumo dai monti della Val Seriana. C'è una strana serie di incendi che sta investendo sia il Pizzo Froll (presso il ponte del Costone), già ripetutamente colpito in passato, che il Monte Secco. Per domare le fiamme su quest'ultimo è stato necessario l'intervento di un Canadair, chiamato appositamente da Genova, come nei peggiori roghi estivi. L'incendio, secondo prime stime, ha colpito cinque ettari di bosco ed ha comportato la chiusura temporanea della strada provinciale 49. L'ipotesi più accreditata è che si tratti di incendi di origine dolosa. Speravamo che la provincia di Bergamo fosse immune a questi fenomeni generalmente associati al degrado culturale e morale delle persone. I piromani, infatti, non solo causano grossi danni alla flora e alla fauna ma gettano anche le basi per la formazioni di fenomeni di dissesto idrogeologico (un terreno bruciato non è più tutelato dall'azione erosiva dell'acqua che può renderlo instabile). Non va dimenticato che chi appicca fuochi crea anche danni alla società in quanto è necessario investire fondi e risorse per limitare e ripristinare i danni e inoltre mette a rischio la vita delle forze anti-incendio.
Il parcheggio di via Fara: l'inazione porta ad impunità
Lo scarso interesse della politica, una progettazione lacunosa, un controllo pubblico della stessa discutibile e un progetto caduto nel dimenticatoio generale. Sono questi gli ingredienti che hanno portato alla prescrizione, secondo il giudice dell'udienza preliminare, del reato ambientale relativo al deposito di rifiuti al realizzando parcheggio di via Fara. Confidiamo che la Cassazione dia ragione ai PM e consideri il reato ancora in corso (il materiale depositato è ancora li). Oltre a ritenere inaccettabile una tempistica di prescrizione di solo 5 anni, crediamo che una gestione politica più energica di questo caso avrebbe evitato quantomeno il trascinarsi della questione per così tanto tempo. In merito alla questione, oltre a segnalare l'articolo "Il parcheggio della Fara dove non si parcheggia" da noi precedentemente pubblicato, segnaliamo un approfondimento del Corriere della Sera edizione di Bergamo per quanto riguarda la cattiva gestione, anche economica, del progetto nel suo insieme. Infine, per quanto riguarda il reato ambientale, riportiamo l'articolo di Armando di Landro comparso sul Corriere Bergamo:
"Il reato ambientale, al momento, non c’è più: il giudice dell’udienza preliminare Tino Palestra ha deciso ieri per la prescrizione sulla presunta gestione illecita di rifiuti escogitata da Pierluca Locatelli e dai suoi collaboratori sull’asse tra Villa d’Adda - dove le imprese di Grumello del Monte avevano costruito la variante stradale per conto della Provincia - e viaFara, dove il 30 dicembre del 2008 era crollata una parete di contenimento per la costruzione del grande parcheggio interrato da realizzare in project financing e in convenzione con il Comune di Bergamo. Sono trascorsi più di cinque anni dai mesi di gennaio e febbraio 2009, quando la holding «Locatelli Geom. Gabriele» e la «Locatelli Lavori», trasportarono in viaFara, per contenere il crollo, circa 25 mila metri cubi di materiale definiti come «terra e roccia da scavo», come atto urgente voluto dalla Bergamo Parcheggi, la cordata della quale l’imprenditore di Grumello faceva parte insieme all’Atb, alla Parcheggi Italia e all’Ottavio Cavalleri di Dalmine. In quel materiale c’erano anche scorie di fonderia con bassi contenuti di cromo, plastica e vetroresina. Altri 80 mila metri cubi sarebbero invece stati gestiti irregolarmente - secondo l’accusa - nei pressi della Villa d’Adda-Carvico, anche in due discariche abusive su terreni privati.
Ma tutto è prescritto: il gup interpreta la legge sostenendo che il reato si è compiuto con il trasporto e il deposito. La procura riflette invece sulla possibilità di un ricorso in Cassazione, sostenendo invece che il reato permane in quanto i 25 mila metri cubi sono tuttora depositati in via Fara e fin quando non saranno rimossi non può iniziare il calcolo sui tempi di prescrizione. Sarà quindi l’esito dell’eventuale ricorso dei pubblici ministeri Laura Cocucci e Franco Bettini a dare un ulteriore responso sulla possibilità di un processo. Non mancherà, forse, all’accusa, un pizzico di amarezza, visto che già a marzo del 2009 il Corpo Forestale dello Stato aveva prodotto un’informativa nella quale si metteva in evidenza la presunta irregolarità commessa dalle imprese di Locatelli nella gestione di quei materiali, con tanto di foto dei camion che arrivavano in via Fara dalla zona di Villa d’Adda. Non si aprì alcun fascicolo. L’inchiesta, ampiamente basata su quell’informativa, è iniziata solo nel 2012, sull’onda dell’arresto dell’imprenditore da parte della magistratura bresciana, per la vicenda Brebemi e per gli episodi di corruzione sulla discarica di amianto di Cappella Cantone.
Ci sono però altri reati da giudicare: Pierluca Locatelli, il legale rappresentante della società «Lavori» Luca Piero Milesi, il legale rappresentante della holding «Geom. Gabriele» Andrea Fusco, il procuratore speciale della «Lavori» Giovanni Rocca, andranno a processo il 4 giugno - difesi dagli avvocati Marina Zalin e Giuseppe Scozzari - per frode in pubbliche forniture, reato per il quale i tempi di prescrizione si calcolano in sette anni e mezzo, non ancora trascorsi. Tutti e quattro erano consapevoli che il prezzo di vendita a Bergamo Parcheggi spa di quei 25 mila metri cubi, per 15 euro al metro cubo, superava abbondantemente il prezzo di mercato degli otto euro: una speculazione. Milesi dovrà rispondere anche di falso, per quel fax inviato al Comune di Bergamo in cui annunciava che il trasporto di materiale sarebbe iniziato il 5 febbraio, anche se le foto del Corpo Forestale dimostravano chiaramente che già a gennaio i camion arrivavano carichi in viaFara. Prosciolto da ogni accusa, invece, Corrado Sora, procuratore della «Geom. Gabriele»."
Armando di Landro
Corriere della Sera edizione di Bergamo 3/4/2014
"Il reato ambientale, al momento, non c’è più: il giudice dell’udienza preliminare Tino Palestra ha deciso ieri per la prescrizione sulla presunta gestione illecita di rifiuti escogitata da Pierluca Locatelli e dai suoi collaboratori sull’asse tra Villa d’Adda - dove le imprese di Grumello del Monte avevano costruito la variante stradale per conto della Provincia - e viaFara, dove il 30 dicembre del 2008 era crollata una parete di contenimento per la costruzione del grande parcheggio interrato da realizzare in project financing e in convenzione con il Comune di Bergamo. Sono trascorsi più di cinque anni dai mesi di gennaio e febbraio 2009, quando la holding «Locatelli Geom. Gabriele» e la «Locatelli Lavori», trasportarono in viaFara, per contenere il crollo, circa 25 mila metri cubi di materiale definiti come «terra e roccia da scavo», come atto urgente voluto dalla Bergamo Parcheggi, la cordata della quale l’imprenditore di Grumello faceva parte insieme all’Atb, alla Parcheggi Italia e all’Ottavio Cavalleri di Dalmine. In quel materiale c’erano anche scorie di fonderia con bassi contenuti di cromo, plastica e vetroresina. Altri 80 mila metri cubi sarebbero invece stati gestiti irregolarmente - secondo l’accusa - nei pressi della Villa d’Adda-Carvico, anche in due discariche abusive su terreni privati.
Ma tutto è prescritto: il gup interpreta la legge sostenendo che il reato si è compiuto con il trasporto e il deposito. La procura riflette invece sulla possibilità di un ricorso in Cassazione, sostenendo invece che il reato permane in quanto i 25 mila metri cubi sono tuttora depositati in via Fara e fin quando non saranno rimossi non può iniziare il calcolo sui tempi di prescrizione. Sarà quindi l’esito dell’eventuale ricorso dei pubblici ministeri Laura Cocucci e Franco Bettini a dare un ulteriore responso sulla possibilità di un processo. Non mancherà, forse, all’accusa, un pizzico di amarezza, visto che già a marzo del 2009 il Corpo Forestale dello Stato aveva prodotto un’informativa nella quale si metteva in evidenza la presunta irregolarità commessa dalle imprese di Locatelli nella gestione di quei materiali, con tanto di foto dei camion che arrivavano in via Fara dalla zona di Villa d’Adda. Non si aprì alcun fascicolo. L’inchiesta, ampiamente basata su quell’informativa, è iniziata solo nel 2012, sull’onda dell’arresto dell’imprenditore da parte della magistratura bresciana, per la vicenda Brebemi e per gli episodi di corruzione sulla discarica di amianto di Cappella Cantone.
Ci sono però altri reati da giudicare: Pierluca Locatelli, il legale rappresentante della società «Lavori» Luca Piero Milesi, il legale rappresentante della holding «Geom. Gabriele» Andrea Fusco, il procuratore speciale della «Lavori» Giovanni Rocca, andranno a processo il 4 giugno - difesi dagli avvocati Marina Zalin e Giuseppe Scozzari - per frode in pubbliche forniture, reato per il quale i tempi di prescrizione si calcolano in sette anni e mezzo, non ancora trascorsi. Tutti e quattro erano consapevoli che il prezzo di vendita a Bergamo Parcheggi spa di quei 25 mila metri cubi, per 15 euro al metro cubo, superava abbondantemente il prezzo di mercato degli otto euro: una speculazione. Milesi dovrà rispondere anche di falso, per quel fax inviato al Comune di Bergamo in cui annunciava che il trasporto di materiale sarebbe iniziato il 5 febbraio, anche se le foto del Corpo Forestale dimostravano chiaramente che già a gennaio i camion arrivavano carichi in viaFara. Prosciolto da ogni accusa, invece, Corrado Sora, procuratore della «Geom. Gabriele»."
Armando di Landro
Corriere della Sera edizione di Bergamo 3/4/2014
La stazione FS e dintorni: una potenzialità sprecata
E' noto che in Italia criticare il sistema ferroviario è infierire su un tema problematico, purtroppo ci tocca criticare come è stata gestita la riqualificazione della stazione ferroviaria e della zona circostante. Pur essendo la quarta stazione per traffico di persone della Lombardia (prima ci sono solo quelle di Milano Centrale, Cadorna, Garibaldi e Lambrate) appare essere trascurata con scelte progettuali poco funzionali e una gestione del territorio circostante senza una progettazione di ampio respiro.
Restyling della stazione: qualcuno ha pensato alla funzionalità?
Partiamo dal piccolo: i lavori di restyling della stazione ferroviaria. Come ci informa un articolo comparso sull'Eco di Bergamo, i lavori dovrebbero completarsi per l'estate, vista l'entità dei lavori ci appare che la celerità necessaria a limitare i disagi non sia tra le priorità. Per quanto riguarda i lavori stessi avere una stazione rimessa a nuovo è certamente gradevole ma a questo sarebbe preferibile che sia funzionale; a fronte di miglioramenti (la nuova biglietteria) vi sono delle gravi lacune. Un grave difetto è la presenza degli ascensori nel sottopassaggio che rendono difficile accedere ai binari (o usare il sottopasso) nelle ore di punta e la proposta dell'Assessore Ceci di svegliarsi prima è una scarsa consolazione. Sarebbe stato preferibile valutare la possibilità di un ulteriore sottopassaggio (probabilmente troppo caro) o di un sovrappassaggio quantomeno dedicato agli ascensori. Altra pecca legata al sottopassaggio è la scelta della pavimentazione nuova, se è indubbiamente bello avere un pavimento luccicante è certo che se bagnato risulta essere più pericoloso di uno ruvido (come ad esempio quello usato sulle scale). Probabilmente i progettisti e il responsabile del procedimento hanno pensato più all'estetica che alla funzionalità, speriamo non se ne debbano pentire. Come ultimo punto dolente, ma il primo che si nota all'arrivo, c'è lo scalone. Dato che sono state eliminate le biglietterie sovrastanti sarebbe stato logico ampliare lo scalone d'accesso al sottopasso in maniera che avesse la dimensione uguale (se non addirittura leggermente maggiore) a quella del sottopasso e che fosse con questo allineato evitando la curva che adesso c'è. I motivi di questo mancato ampliamento sono al momento ignoti.
I dintorni della stazione: una pianificazione miope
La gestione della zona della stazione ferroviaria e della stazione autolinee ha avuto andamenti contraddittori e una pianificazione degli interventi senza visione d'insieme che ha lasciato una zona critica alla città, e a tutti gli utenti, al posto che sanarla.
Nel 2007 si è intervenuti con la realizzazione dell'Urban Center e precedentemente era stata demolita la vecchia stazione delle autolinee por sostituirla con la struttura attuale. Successivamente sono stati effettuati interventi di riqualificazione e sistemazione delle vecchie pensiline.
Con gli interventi di riqualificazione della zona antistante la stazione si ha avuto la debacle del piazzale. Questo è stato realizzato con tempismo tutt'altro che esemplare per accorgersi successivamente che andava cambiato. Tutte le voci che si sono levate sono state di critica verso il piazzale, ci si chiede come mai i gravi difetti riscontrati non fossero stati notati in fase di progettazione dagli uffici competenti. Con molta probabilità si interverrà nuovamente sul piazzale.
L'area laterale alla stazione destinata al carico e scarico a livello concettuale è interessante ma durante le ore di punta sembra una bolgia infernale ed il traffico è pressoché paralizzato (di particolare curiosità è anche il doppio attraversamento pedonale con semaforo).
Infine per far fronte alle problematiche di parcheggio è stato realizzato un parcheggio multi-piano da 150 posti. Ha solo 2 pecche: è stato realizzato sulle pensiline che qualche anno prima erano state sistemate (in barba all'efficienza nella spesa) e avrà una tariffa oraria analoga agli altri parcheggi (pertanto è dubbio che sia di utilità al traffico pendolare).
Un altro capitolo interessante è l'ex gasometro. L'area prima privata, poi acquisita da INPS per farne la sua sede, ora ceduta al Comune è la bella addormentata della Malpensata. Ha un'estensione maggiore dell'attuale parcheggio della Malpensata, la possibilità di realizzare un parcheggio multi-piano (facilmente a 3 piani) consentirebbe un triplicamento della possibilità di posteggio. Ciò faciliterebbe l'utilizzo della ferrovia per collegamenti a più lungo raggio (ad esempio con tariffe convenzionate tra ferrovia e posteggio) e consentirebbe di sgravare l'attuale posteggio per avere una destinazione diversa.
L'area interessata dai vari interventi è grande (in figura sottostante sono rappresentate le varie zone interessate) e avrebbe avuto la potenzialità di risolvere tutte le problematiche creando un polo di trasporto intermodale funzionante, se solo si avesse avuto una dimensione d'insieme. Ci auguriamo che le prossime decisioni urbanistiche vengano fatte in maniera più accurata e non solo con un'ottica a breve termine.
Nel 2007 si è intervenuti con la realizzazione dell'Urban Center e precedentemente era stata demolita la vecchia stazione delle autolinee por sostituirla con la struttura attuale. Successivamente sono stati effettuati interventi di riqualificazione e sistemazione delle vecchie pensiline.
Con gli interventi di riqualificazione della zona antistante la stazione si ha avuto la debacle del piazzale. Questo è stato realizzato con tempismo tutt'altro che esemplare per accorgersi successivamente che andava cambiato. Tutte le voci che si sono levate sono state di critica verso il piazzale, ci si chiede come mai i gravi difetti riscontrati non fossero stati notati in fase di progettazione dagli uffici competenti. Con molta probabilità si interverrà nuovamente sul piazzale.
L'area laterale alla stazione destinata al carico e scarico a livello concettuale è interessante ma durante le ore di punta sembra una bolgia infernale ed il traffico è pressoché paralizzato (di particolare curiosità è anche il doppio attraversamento pedonale con semaforo).
Infine per far fronte alle problematiche di parcheggio è stato realizzato un parcheggio multi-piano da 150 posti. Ha solo 2 pecche: è stato realizzato sulle pensiline che qualche anno prima erano state sistemate (in barba all'efficienza nella spesa) e avrà una tariffa oraria analoga agli altri parcheggi (pertanto è dubbio che sia di utilità al traffico pendolare).
Un altro capitolo interessante è l'ex gasometro. L'area prima privata, poi acquisita da INPS per farne la sua sede, ora ceduta al Comune è la bella addormentata della Malpensata. Ha un'estensione maggiore dell'attuale parcheggio della Malpensata, la possibilità di realizzare un parcheggio multi-piano (facilmente a 3 piani) consentirebbe un triplicamento della possibilità di posteggio. Ciò faciliterebbe l'utilizzo della ferrovia per collegamenti a più lungo raggio (ad esempio con tariffe convenzionate tra ferrovia e posteggio) e consentirebbe di sgravare l'attuale posteggio per avere una destinazione diversa.
L'area interessata dai vari interventi è grande (in figura sottostante sono rappresentate le varie zone interessate) e avrebbe avuto la potenzialità di risolvere tutte le problematiche creando un polo di trasporto intermodale funzionante, se solo si avesse avuto una dimensione d'insieme. Ci auguriamo che le prossime decisioni urbanistiche vengano fatte in maniera più accurata e non solo con un'ottica a breve termine.
Rifiuti: la dicotomia di Bergamo, eccellenza e palla al piede
Nel 2012 la provincia di Bergamo ha avuto un importante tasso di raccolta differenziata: ben il 57,7%. Questo dato è incoraggiante perché mostra che più della metà dei rifiuti prodotti viene differenziata, ma va analizzato in dettaglio in quanto non è ancora sufficiente. Vi sono esempi di virtuosismo che potrebbero fare scuola anche a livello internazionale come Torre Boldone che raggiunge una percentuale di raccolta differenziata del 80% seguito a stretto giro da Villa di Serio (78%), Ranica (76%), Gorle e Martinengo (entrambi col 75%). Un ulteriore sparuto gruppo di comuni (Albino, Alzano Lombardo, Bonate Sopra, Calusco d'Adda, Mornico al Serio, Ponteranica, Presezzo, San Paolo d'Argon e Suisio) superano la soglia del 70% rientrando quindi nelle migliori realtà nazionali.
A far da contrappeso a queste situazioni d'eccellenza e virtuosismo dei cittadini (va infatti ricordato che senza il contributo dei cittadini è pressoché impossibile raggiungere elevate percentuali di differenziata) vi sono situazioni che definire imbarazzanti è far loro un complimento. Vi sono ben 15 comuni che non raggiungono il 30%! Per rendere l'idea basti pensare che la sola separazione dell'umido consente di separare circa il 30% dei rifiuti. Sono valori che ci si aspetta in situazioni di disagio e di emergenza rifiuti. I comuni in questione sono (in ordine alfabetico): Averara (21%), Bedulita (29%), Blello (con il minimo provinciale del 19%), Branzi (27%), Colere (27%), Foppolo (22%), Olmo al Brembo (29%), Oltressenda Alta (20%), Piazzatorre (26%), Taleggio (27%), Torre Pallavicina (28%), Valbondione (28%), Valleve (25%), Valtorta (29%) e Villa d'Ogna (29%). Un altro valore indicativo è che nell'aeroporto di Orio al Serio vi sia un tasso di differenziata del 13%, davvero sconcertante. Saremmo curiosi di sapere qual'è il tasso di differenziata della stazione FS (che sarà probabilmente altrettanto basso). Ricordiamo che l'avere valori di raccolta differenziata adeguati non è solo obbligo morale e segno di civismo e lungimiranza economica ma anche obbligo di legge. Per l'anno 2012 il testo unico impone un tasso del 65% (torneremo sugli obblighi di legge e alcune conseguenze legali legate all'inadempienza in approfondimenti successivi).
L'immagine in basso mostra la provincia di Bergamo con i comuni suddivisi in classi di raccolta differenziata.
A far da contrappeso a queste situazioni d'eccellenza e virtuosismo dei cittadini (va infatti ricordato che senza il contributo dei cittadini è pressoché impossibile raggiungere elevate percentuali di differenziata) vi sono situazioni che definire imbarazzanti è far loro un complimento. Vi sono ben 15 comuni che non raggiungono il 30%! Per rendere l'idea basti pensare che la sola separazione dell'umido consente di separare circa il 30% dei rifiuti. Sono valori che ci si aspetta in situazioni di disagio e di emergenza rifiuti. I comuni in questione sono (in ordine alfabetico): Averara (21%), Bedulita (29%), Blello (con il minimo provinciale del 19%), Branzi (27%), Colere (27%), Foppolo (22%), Olmo al Brembo (29%), Oltressenda Alta (20%), Piazzatorre (26%), Taleggio (27%), Torre Pallavicina (28%), Valbondione (28%), Valleve (25%), Valtorta (29%) e Villa d'Ogna (29%). Un altro valore indicativo è che nell'aeroporto di Orio al Serio vi sia un tasso di differenziata del 13%, davvero sconcertante. Saremmo curiosi di sapere qual'è il tasso di differenziata della stazione FS (che sarà probabilmente altrettanto basso). Ricordiamo che l'avere valori di raccolta differenziata adeguati non è solo obbligo morale e segno di civismo e lungimiranza economica ma anche obbligo di legge. Per l'anno 2012 il testo unico impone un tasso del 65% (torneremo sugli obblighi di legge e alcune conseguenze legali legate all'inadempienza in approfondimenti successivi).
L'immagine in basso mostra la provincia di Bergamo con i comuni suddivisi in classi di raccolta differenziata.
Eccetto situazioni inspiegabili in pianura in cui si hanno realtà d'eccellenza e comuni inadempienti ai valori minimi di differenziata fissati dalla normativa, si può osservare come le criticità più gravi si riscontrano nell'area montana. In particolare si può ipotizzare che una delle cause sia la presenza di flussi turistici. Il nuovo Programma Regionale Gestioni Rifiuti (PRGR) suggerisce come azione l'utilizzo di un protocollo standard per la raccolta dei rifiuti. Ciò appare essere particolarmente interessante per le zone a maggiore vocazione turistica in quanto, per pigrizia mentale e praticità, le persone non sempre riescono ad adattarsi ad un sistema di raccolta che cambia da comune a comune. Un modello unico permette alla popolazione di avere dei riferimenti standard indipendentemente dal comune in cui si trova, consentendole quindi di differenziare in soggiorni di vacanza altrettanto (si spera) bene come nel comune di residenza.
i dati presentati sono sostanzialmente ricavati da dati provinciali reperibili presso il sito della provincia di Bergamo.
i dati presentati sono sostanzialmente ricavati da dati provinciali reperibili presso il sito della provincia di Bergamo.
Il parcheggio di via Fara dove non si parcheggia
Gli anni passano e il tempo scorre, per fortuna che alcune certezze rimangono: nel parcheggio in via Fara non si parcheggia, anzi neanche c'è il parcheggio. Almeno la via Gluck di Celentanto è stata costruita e non è rimasta uno sterile cantiere, se non addirittura discarica a cielo aperto, per anni. I lavori erano partiti con roboanti promesse di piani di chiusura della città, di maggior benessere e comodità per tutti il tutto condito con la convinzione di mancanza di alternative e dell'indiscutibile necessità dell'opera. A distanza di un decennio il parco faunistico è stato distrutto in fretta e furia senza tener conto delle lamentele cittadine, è stato effettuato lo scavo (scoprendo poi con meraviglia inaspettata che i terreni pendenti possono franare e danneggiare le opere a monte) e mentre i decisori politici tentennavano si è scelto di "mettere in sicurezza" lo scavo con materiale presumibilmente contaminato ma nulla di concreto o utile è stato realizzato. Il tempo passa e le amministrazioni pure ma ad ora non appare ci sia un piano credibile che possa ripristinare (o quantomeno dare un senso) all'area in breve tempo. Il gioco, già si sa, sarà quello di imputare il problema alle amministrazioni precedenti quindi non sarà colpa di nessuno. Speriamo che chiunque vinca riesca a mettere fine a questa imbarazzante situazione. Crediamo che la politica serva a risolvere i problemi e non a crearli per poi aspettare che qualcun altro in futuro li risolva.